Nuovi voucher lavoro, le proposte nella manovra correttiva

I voucher per il lavoro occasionale abrogati  pochi mesi fa   potrebbero  riapparire a breve , con nomi diversi e prezzo leggermente piu alto,  grazie agli emendamenti della conversione in legge della manovra correttiva (DL m. 50 2017) .

Alcune proposte per la sostituzione dei vituperati (ma anche rimpianti) voucher lavoro dell’Inps per regolamentare  le prestazioni di lavoro occasionale    sono state avanzate praticamente da tutti i partiti  in Commissione Bilancio all Camera   e potrebbero quindi trovare posto nella fase di  conversione in legge del decreto 50 2017. La data è fissata al 23 giugno 2017 pena la decadenza del  decreto.

Le diverse proposte si  differenziano leggermente specialmente nel nome: ” card”, “coupon “, “libretto lavoro” ma hanno in comune ancora  la forma e soprattutto la sostanza:     buoni lavoro prepagati a prezzo fisso, in genere aumentato da 12 a 10 euro , rispetto ai voucher , utilizzabili solo dai privati,  tipicamente per il lavoro in ambito familiare come lavoro domestico, ripetizioni ai figli, giardinaggio ecc.. , riservati a prestatori di lavoro della norma originaria (legge Biagi) studenti pensionati disoccupati.. oppure anche agli  enti no profit, per prestazioni di servizi in occasione di manifestazioni pubbliche nei piccoli Comuni.

Vediamo alcune proposte nello specifico:
Per sostituire i voucher, Alternativa Popolare (ex UCD) propone dei “coupon per il lavoro breve” mentre la Lega propone  una «card» per il lavoro ;
il PD  chiede di introdurre un «libretto famiglia» , acquistabile in via telematica  sul sito Inps oppure alle Poste  . composto di buoni con retribuzione oraria fissata in 12 euro con un tetto annuo di 5mila euro complessivo o 1500 dallo stesso datore di lavoro, per chi lavora . Anche la famiglia utilizzatrice  potrebbe  usufruire di  buoni per  un massimo di 7500 euro annui.
Per Sinistra italiana invece i buoni dovrebbero  valere ancora 10 euro l’ora,  ma con il limite per chi li riceve di  40 giorni e massimo 2500 euro di compenso,;
I 5 Stelle  a loro volta propongono un nome diverso  «chéque» e un valore che arriva a 15 euro.

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